Tetsuya Ishida, morto suicida nel 2005 a soli 32 anni, nei suoi dipinti surrealisti amava dipingere prevalentemente se stesso, figurandosi come una vittima dal corpo fuso con gli elementi architettonici e tecnologici quotidiani.
La sua visione è quella di un uomo oppresso, ridotto ad oggetto inanimato parte integrante di una catena di montaggio industriale che lo priva di ogni identità.
In un paese come il Giappone, l’allarme lanciato dall’artista è che la conseguenza di un’impostazione di lavoro così oppressiva non può che portare a una totale deumanizzazione.
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Ecco un assaggio delle sue opere...
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